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Contributo al confronto democratico

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Messaggio  Vincenzo Nuccetelli Mar Giu 03, 2008 7:08 pm

(Dal numero di aprile di Scurcola Domani
ELEZIONI POLITICHE A SCURCOLA
UNA FORTE CONFERMA PER IL PDL
UN’IMPREVISTA SCONFITTA PER IL PD
Il recente risultato alle elezioni politiche nazionali dello scorso Aprile evidenzia, a livello locale, ancora un netto successo della coalizione dei partiti del centro-destra confermando e, sotto certi aspetti, avvalorando il risultato delle stesse elezioni nazionali del 2006.
Due anni fa si sono svolte anche le elezioni amministrative nel nostro comune che però hanno visto vincente la lista che, prevalentemente, presentava esponenti e personaggi di partiti del centro-sinistra.
E’ lecito porsi pertanto la domanda del perché sia presente questa “incoerenza politica” di consenso e se essa, oltre agli effetti più generali, non costituisce un segno di sfiducia per l’attuale maggioranza comunale.
Nei piccoli comuni prevale dunque la teoria che conta poco il partito e molto la persona?
In virtù dei risultati di cui sopra, sembrerebbe proprio di si…
Ma cosa c’è dietro questa discontinuità politica? Quali sono le cause? La maggioranza comunale ha forse commesso errori che possano aver influenzato negativamente il risultato o rispecchia una indecisione politica generale della nostra nazione?
Questo risultato metterebbe tuttavia in difficoltà l’attuale amministrazione comunale nei confronti della Provincia e della Regione a maggioranza di centro-sinistra, qualora si volesse andare, ad esempio, a chiedere loro un contributo o una particolare attenzione per il nostro paese. Secondo il G.I.C. ci sono valide condizioni per sviluppare, su questo evento e sui vari aspetti che ne derivano, un confronto politico aperto, con valutazioni e proposte.
Di conseguenza questo Giornalino, insieme al Blog del sito www.scurcola.it, ospiterà in proposito vari interventi che vengono pertanto sollecitati e ispirati ad obiettività, per il bene del Paese.
In particolare sono invitati a partecipare al dibattito: i vari Segretari politici cittadini, gli esponenti dell’Amministrazione Comunale ed i vari esponenti locali. L’argomento resta tuttavia aperto anche a quanti ritengono opportuno intervenire con idee costruttive ed adeguate.
La riuscita di questo dibattito potrà contribuire alla ripresa del confronto politico, assolutamente necessaria, specie al fine di sostenere l’indispensabile rilancio socioeconomico di Scurcola e Cappelle e di far emergere nuove figure politiche.
E’ purtroppo vero il fatto che da troppi anni il confronto politico locale si esprime solo con il voto e questo non giova al Paese. A pensar male si può ipotizzare che la mancanza di dibattito sia voluta da chi ha solo da perdere.
Cerchiamo almeno di capire sino in fondo quello che è successo e impegniamoci, tutti uniti, per più vita democratica.
Il G.I.C.



….e cerchiamo di darlo il nostro contributo alla discussione, visto che veniamo tacciati di non stimolare il confronto democratico e di non alimentare il dibattito, se non in occasione del voto!

Francamente non mi sembra di essermi mai sottratto ai miei doveri di Sindaco e all’auspicato confronto che (è bene che lo si capisca) non può e non deve avvenire in piazza, la domenica mattina (la Domenica è il giorno del Signore e del meritato riposo), bensì nelle occasioni istituzionalmente deputate (consiglio comunale, pressoché deserto in ogni sua seduta), nei restanti giorni della settimana (in cui il sottoscritto e gli altri amministratori sono a disposizione dei cittadini che ci hanno dato il compito di amministrare questo benedetto paese) in occasione di convegni o dibattiti promossi senza grande fortuna di pubblico e di interventi critici e costruttivi.
Non credo sia difficile comprendere che cosa sia accaduto alle scorse elezioni politiche in Italia.
Fior di politologi hanno analizzato i dati elettorali ed è emersa, con chiarezza, la volontà del popolo italiano di voltare nuovamente pagina (rispetto a due anni prima) e affidarsi nuovamente nelle mani di quello che ormai può considerarsi un politico navigato, il sempiterno Cav. Silvio Berlusconi e la sua invincibile armata!
Non è che l’Italia sia uscita meno divisa di com’era prima del voto dalle urne, semplicemente il sistema elettorale e la scelta coraggiosa o scellerata (dipende dai punti di vista) di Veltroni di rompere definitivamente un’alleanza impossibile e litigiosa hanno determinato un risultato chiaro e netto in favore del Popolo delle Libertà + Leghe e un’altrettanto chiara sconfitta del Partito Democratico + Di Pietro.
Determinante è risultata l’affermazione della Lega Nord con punte del 20% in alcune province.
Finalmente il nostro sistema istituzionale si è semplificato (semplificazione che a mio avviso non durerà, a meno che non intervengano mutamenti significativi e necessari sulla parte seconda della costituzione e sui regolamenti parlamentari) e l’arco parlamentare è decisamente meno composito di quello degli ultimi quindici anni, nel corso dei quali gli italiani si sono appassionati al bipolarismo (come ad un campionato di calcio) senza che esso abbia prodotto le auspicate riforme del sistema politico né che i leaders politici che lo hanno promosso abbiano avuto il coraggio di rompere nettamente con i vecchi giochi del passato, con la politica degli strapuntini e del mantenimento dello status quo.
Il vizio della politica italiana è quello di rimandare la soluzione dei problemi nella speranza che tocchi ad altri, magari ai propri avversari, affrontarli e risolverli, pagando lo scotto della riforma.
Non credo che gli italiani siano stanchi di questo andazzo anche perché ogni popolo ha i governanti che si merita e, a meno che Silvio IV non faccia veramente sul serio questa volta, assumendosi la responsabilità di sacrifici drastici e scelte necessarie, tra un paio di anni torneranno ad imprecare contro se stessi per aver dato fiducia a chi non è stato in grado di meritarsela.
Spesso mi trovo a discutere di massimi sistemi con persone più avanti negli anni e non perdo occasione per ricordargli che la responsabilità della pesante situazione nella quale versa l’Italia è soprattutto la loro. Penso alla generazione di mio padre, a quelli nati a cavallo della guerra, che ci hanno consegnato un paese sull’orlo della bancarotta.
Un sistema politico ed economico nel quale gli anziani mantengono i giovani fino alla tenera età di quarant’anni è un sistema condannato al declino inesorabile sotto i colpi della fame che è tornata a farsi sentire e a diventare insopportabile per il 70% della popolazione italiana.
Spesso penso alle vicende del nostro dopoguerra (che ho avuto la fortuna di non vivere in prima persona), alla fame che avevano i nostri nonni e i nostri genitori, a come sono stati in grado di ricostruire un paese stremato e a creare le condizioni per il benessere che ci ha accompagnato fino agli inizi degli anni novanta.
Erano i figli che contribuivano allora al sostentamento dei loro vecchi e non viceversa.
Sono stati i ventenni degli anni sessanta a costruire le nostre case, con le cambiali e con la fatica, a riempirle di elettrodomestici, ad inventarsi un lavoro, a faticare nei campi, ad occuparsi dei loro vecchi e a farci studiare perché non dovessimo trovarci nelle loro stesse condizioni.
Sono stati quegli stessi uomini e donne a ingrossare le fila della pubblica amministrazione, dei ministeri, degli ospedali, delle scuole, delle poste, delle banche, delle forze armate, dei sindacati, dei partiti politici e negli ultimi vent’anni della miriade di enti parastali creati per amministrare il nulla (o meglio, per esercitare il potere e determinare il consenso) a consegnare alla nostra generazione un paese stremato, con un debito pubblico enorme e scarse prospettive di sviluppo.
Gli italiani sono ancora da fare, purtroppo, a distanza di più di cento anni dall’affermazione di Garibaldi oppure gli italiani sono proprio questi, un popolo animato dai più nobili propositi, ricco di inventiva ma allo stesso tempo bisognoso di una guida ferma che sappia indicare loro la strada e che li rimetta in riga (un giorno sì e l’altro pure) ogni volta che perdono la bussola?
Ci vuole nuovamente un patto tra generazioni…. Ma questa è un’altra storia.
La finisco qui perché potrei andare avanti un mese a scrivere e rischierei di annoiare i lettori.
Tornando al feudo scurcolano devo dire che non mi ha meravigliato più di tanto il risultato elettorale, sostanzialmente in linea con i dati nazionali.
I dati elettorali delle elezioni politiche e di quelle amministrative non sono suscettibili di confronto poiché rischieremmo di dire tutto e il contrario di tutto e di trasmissioni che parlano di politica ce ne sono già troppe.
Scurcola Marsicana conferma la sua natura politica di paese moderato (circa il 90% dei voti espressi per il PDL, PD,UDC e IDV), poco incline al cambiamento (circa il 2% alle Sinistre radicali), per certi versi nostalgico (3,89% a La Destra) senza sapere bene di che nostalgia si soffre.
Non considero le elezioni politiche un banco di prova sul quale misurare la salute dell’amministrazione comunale in carica anche se non possiamo fare a meno di sottoporci al fuoco di fila di quanti, considerando l’appartenenza politica, in generale, come l’appartenenza alla squadra del cuore e la competizione elettorale, in particolare, come una partita di pallone, ci rimproverano di non aver scelto la parte giusta e di stare dalla parte sbagliata.
Questa campagna elettorale, poi, si è contraddistinta per la mancanza di movimento e di sollecitazione al voto dei cittadini da parte dei maggiorenti, dettata anche dalla pessima legge elettorale che tanto piace ai partiti romani e dalle scelte penalizzanti per il nostro territorio, da una parte e dall’altra.
Saluti e a presto.

Vincenzo Nuccetelli
Sindaco di Scurcola Marsicana

Vincenzo Nuccetelli

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